Articolazioni in fumo

Smettere di fumare è il primo passo verso la riduzione del rischio e dei sintomi dell'artrite reumatoide.

Fumare fa male. È ancora più vero per chi soffre di artrite reumatoide, condizione infiammatoria che, con il tempo, danneggia gravemente le articolazioni. Il fumo peggiora il decorso della malattia, acutizza il dolore e aggrava gli altri sintomi. Inoltre, rende più probabili le complicazioni a livello polmonare, cardiaco e circolatorio.

Non sono ancora note le cause dell’artrite reumatoide, ma è stato osservato che il fumo è un fattore ambientale che incide significativamente sullo sviluppo della malattia e che l’effetto irritativo che il fumo di sigaretta esercita sui polmoni scatena reazioni del sistema immunitario che promuovono la progressione dell’artrite.

Il difficile rapporto tra fumo e malattia

Il legame diretto tra il numero di sigarette consumate, gli anni passati a fumare e la probabilità di ammalarsi sembra dipendere dall'innalzamento dei livelli del fattore reumatoide, anticorpo prodotto in maggiore quantità durante l'infiammazione delle articolazioni.

Anche se i meccanismi di questa correlazione non sono ancora del tutto chiariti, è ormai un dato di fatto che l'esposizione al fumo aumenti il rischio di sviluppare la malattia, probabilmente attraverso l’attivazione di reazioni immunitarie.

Alla base del peggioramento dei sintomi invece c’è la situazione critica della massa muscolare di chi soffre di artrite: i muscoli sono meno efficienti e si deteriorano più velocemente. Con l'aggravarsi della malattia il movimento diventa sempre più difficile e il fumo incide negativamente su tutto l’apparato muscoloscheletrico.

Mantenere una buona forma fisica è pertanto fortemente consigliabile: un eventuale dimagrimento, accompagnato dalla perdita del tono muscolare, metterebbe le articolazioni nella condizione di dover sopportare un carico maggiore, con relativo aumento della sofferenza.

Rispetto ai non fumatori, in genere, chi fuma è più magro, ma ha anche una minore massa muscolare, e questo si andrebbe ad aggiungere al deterioramento dei muscoli indotto dalla malattia.

In più, il consumo di energia a riposo, già più elevato del normale in caso di artrite reumatoide, viene ulteriormente incrementato dal fumo.

Ai problemi legati alla perdita di massa magra, infine, si aggiunge l'aumento delle risposte immunitarie indotto dal fumo, che può peggiorare i sintomi dell'artrite anche diversi anni dopo la loro comparsa.

Smettere di fumare nel modo giusto

L'unica soluzione per stare meglio sembra essere l’abbandono totale del vizio del fumo. Spesso, però, chi decide di smettere di fumare rischia di aumentare di peso. E se soffre di artrite non è il massimo: un aumento di peso può rivelarsi un carico eccessivo per le articolazioni che, già sofferenti, accuserebbero dolori sempre maggiori.

Perciò chi soffre di artrite e decide di abbandonare le sigarette deve tenere sotto stretto controllo l'aumento di peso.

I metodi per smettere di fumare sono tanti: gomme da masticare, bocchini che rilasciano nicotina, cerotti e orecchini antifumo. È possibile frequentare gruppi d'incontro guidati da un esperto (in genere un medico o uno psicologo), rivolgersi a un agopuntore o tentare con l'ipnosi.

Anche l'omeopatia e la mesoterapia, che prevede l'iniezione di sostanze antifumo in specifici punti del corpo, possono essere d'aiuto. Ma impegno e forza di volontà sono alla base della riuscita: soltanto volendolo veramente si riesce a smettere, ponendo attenzione anche all'alimentazione e garantendo ogni giorno all’organismo un’adeguata quantità di acqua.

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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