La puntura di un’ape, una vespa o un calabrone può provocare una reazione allergica, in alcuni casi anche grave.
Il 90% degli italiani nell’arco della loro vita vengono punti da un insetto della famiglia degli imenotteri, che comprende api, vespe e calabroni. Di questi, l’8% può sviluppare una reazione allergica anche grave, spesso senza essere a conoscenza dei problemi che può comportare.
Sono infatti ancora in molti a non conoscere, e quindi a sottovalutare, i disturbi che le punture possono provocare nei soggetti allergici. È invece importante andare subito in pronto soccorso se poco dopo la puntura da parte di un imenottero si comincia ad avvertire difficoltà a respirare oppure un senso di malessere generale, se compaiono macchie sul corpo o ancora se si manifestano disturbi gastrointestinali. Ed è meglio chiamare un’ambulanza in caso di calo di pressione o addirittura svenimento, segnali di un alto rischio di shock anafilattico.
Come tenerli lontani
Tutti, ma soprattutto chi sa già di essere allergico alla puntura degli imenotteri, dovrebbe seguire alcune regole basilari. In estate è bene evitare creme e profumi con aroma fruttato o comunque molto dolce, perché a contatto con il sudore della pelle si crea un mix particolarmente gradito agli insetti.
No anche a indumenti con colori sgargianti che attraggono gli imenotteri. Meglio invece i colori neutri, cioè il bianco e il beige, e il verde. In caso di scampagnate vale anche la regola di indossare pantaloni lunghi, camice o maglie a manica lunga, cappelli e scarpe chiuse.
Attenzione poi al cibo, dal momento che vespe e calabroni vengono attirati da frutta, dolci, gelati, panini e bibite. Per questo, è opportuno anche evitare di lasciare aperti le lattine e i contenitori di alimenti. Inoltre, in caso di bidoncini della spazzatura su terrazzi e balconi, verificare che siano ben chiusi e svuotarli spesso.
Le cure di pronto intervento
Nonostante tutto l’imenottero ha colpito? Se il malcapitato è un soggetto allergico è bene rivolgersi al pronto soccorso; in caso contrario la terapia migliore è col ghiaccio, da applicare sulla zona della puntura che, grazie al freddo, pian piano si sgonfierà e il dolore, che di solito è localizzato ma abbastanza intenso, diminuirà.
Inoltre, se a pungere è stata un’ape, è bene armarsi di lente di ingrandimento e verificare con attenzione la zona. Se si nota un puntino di colore scuro, significa che è rimasto nella pelle il pungiglione, che deve essere rimosso.
In caso di allergia
Se c’è una reazione alla puntura di imenottero, è il caso di rivolgersi all’allergologo per una diagnosi certa. Lo specialista, in caso lo ritenga necessario, consiglierà al paziente di portare sempre con sé un kit di emergenza composto da un farmaco antistaminico, un cortisonico e da adrenalina auto-iniettabile.
Ma attenzione, è importante che il paziente stesso, oppure i genitori nel caso si tratti di un bimbo, siano informati sulle modalità di utilizzo di questi farmaci e in particolare dell’adrenalina.
Soprattutto nelle forme allergiche gravi, l’allergologo valuterà anche la possibilità di far ricorso all’immunoterapia allergene specifica: si tratta di una sorta di vaccino che deve essere praticato per 3-5 anni e che è in grado di proteggere il soggetto allergico con un’efficacia pari a oltre il 90%.