DOMANDA
Da quasi due anni seguo un bambino di 12 anni nei compiti e sin da subito ho notato la sua difficoltà con i numeri e le lettere. La sua lettura è molto incerta e difficoltosa, talvolta sbaglia le parole. Confonde "e" con "è" e questa cosa lo porta a scambiare congiunzione e verbo anche in inglese. Riconosce a fatica i tempi verbali e non sa le tabelline. Quando spiego le cose e poi fa gli esercizi sembra aver capito, ma un giorno o due dopo è come se non avessimo mai trattato l'argomento. La madre lo spinge a studiare a memoria. Ho provato a farle notare queste cose ma lei sembra non volermi ascoltare. Come posso aiutare il ragazzo?
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa
La diagnosi dei disturbi dell'apprendimento si fa prevalentemente nella fascia scolastica tra la quarta elementare e la terza media, a volte nel primo biennio delle superiori. Prima della quarta elementare alcuni errori sono ancora dovuti a distrazione, incompleta conoscenza dei concetti linguistici o matematici, incapacità a concentrarsi per lungo tempo per vivacità ancora fisiologica. Dopo questa età non si parla più di normalità. Un bambino/ragazzino di 12 anni, che non ricorda concetti semplici, se non imparati a memoria, e non riesce a svolgere un compito di moderata complessità è sicuramente da aiutare. Non solo con ripetizioni extra scolastiche: si merita una valutazione articolata da parte di specialisti dello sviluppo e dell'apprendimento. È per non catalogare come "somaro" un ragazzino che ha difficoltà che potrebbero essere risolte con un sostegno adeguato. Di solito la segnalazione parte proprio dagli insegnanti: sono i migliori a capire le situazioni di disagio scolastico, con molta più competenza di quanto i genitori credano. Dalla dislessia alla sindrome da deficit di attenzione e iperattività, a disturbi di tipo psicologico: le cause sono molteplici, la diagnosi è piuttosto lunga e avviene dopo valutazioni e test complessi e ripetuti più volte nel tempo. Poco si può fare, però, se la famiglia non collabora. Forse anche gli insegnanti di scuola hanno già esposto le loro perplessità, ma non saprei cosa suggerire se non di riprovare con delicatezza a parlare con la madre e convincerla che per il bene di suo figlio ci vorrebbe un approfondimento, più che imparare a memoria poche nozioni.
Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.