Ecco un piccolo vademecum delle analisi da effettuare e degli appuntamenti da rispettare per chi ha il pancione, trimestre per trimestre.
Anche se la gravidanza procede nel migliore dei modi, esistono alcuni esami che è bene effettuare comunque a scadenze definite, e altri che sono consigliabili.
Così terremo sempre sotto controllo l’andamento della gestazione e la salute del piccolo, in modo da intervenire subito se qualche cosa non dovesse andare per il verso migliore.
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Il primo appuntamento da futura mamma
Una volta accertata la gravidanza, il primo incontro con il ginecologo o con l’ostetrica dovrebbe avvenire entro le 10 settimane.
Durante questa prima visita verranno misurati:
- il nostro peso (da tenere sempre ben controllato!)
- la pressione arteriosa
In questa sede potremo chiedere tutte le informazioni che ci servono per vivere i nove mesi in serenità, avere spiegazioni anche sulle diverse possibilità di diagnosi prenatale e pianificare insieme i diversi controlli da fare.
Tra questi le ecografie, che dovranno essere almeno tre (una per trimestre), con indicazioni diverse a seconda del periodo.
Primo trimestre: le analisi di routine
Entro la tredicesima settimana si dovranno eseguire:
- esame delle urine per verificare la funzionalità renale e urinocultura per rilevare una eventuale infezione delle vie urinarie;
- esami del sangue: emocromo, glicemia, transaminasi (AST e ALT);
- determinazione del gruppo sanguigno e fattore Rh (se non fatto in precedenza) e test di Coombs indiretto che, se la madre è Rh negativo, va ripetuto ogni mese;
- controllo di malattie infettive come toxoplasmosi, rosolia (non necessarie se è documentata l’immunità), sifilide, HIV.
La prima ecografia (ecografia ostetrica) viene in genere eseguita durante la prima visita per confermare a quale settimana di gravidanza ci si trova, per monitorare il feto e anche per stabilire il numero di embrioni presenti.
Sono inoltre consigliati:
- la ricerca dell’antigene per il virus dell’epatite C e degli anticorpi anticitomegalovirus;
- il dosaggio degli ormoni tiroidei;
- una visita cardiologica con elettrocardiogramma;
- Pap test, se non eseguito negli ultimi due anni
Per quanto riguarda lo screening prenatale (che può essere gratuito se la gravidanza è a rischio) oggi si tende a effettuare villocentesi o amniocentesi soltanto in caso di necessità e/o rischio individuato tramite il test combinato.
Il Test combinato va eseguito tra l’11a e la 13a settimana. Combina l’età materna, la translucenza nucale e gli esami del sangue, riducendo di molto il numero di esami invasivi. Anche se, se risulta negativo, non esclude completamente un difetto congenito.
Nel corso del trimestre potrebbe essere richiesto di ripetere alcuni esami (come esame delle urine, oppure rosolia e toxoplasmosi se risultati negativi in precedenza, test di Coombs indiretto).
Secondo trimestre
A seconda di ciò che è emerso nel primo trimestre potrà essere richiesto o meno di ripetere esami già eseguiti.
- esame delle urine (comunque) e urinocultura se in precedenza si è evidenziata la presenza significativa di batteri (l’esame si ripete una volta al mese circa);
- toxoplasmosi se non si è risultati immuni (da ripetere circa una volta al mese);
- glicemia e curva da carico di glucosio, consigliata se si appartiene a un gruppo a rischio per il diabete.
- test di Coombs indiretto in caso di incompatibilità con il gruppo del padre.
Tra la 20a settimana e la 22a, viene eseguita la seconda ecografia (detta ecografia morfologica) per la diagnosi di eventuali anomalie del feto.
Esamina l’anatomia del bambino stimandone le misure e il peso e verificando la presenza e il funzionamento di tutti gli organi. In questa fase è di solito possibile rilevare anche il sesso del bambino.
Inoltre, durante la visita in genere vengono monitorati:
- il peso
- la pressione arteriosa
Entro la 16a settimana è consigliata, per le donne oltre i 36 anni, l’amniocentesi se non è stata fatta prima la villocentesi.
Terzo trimestre
A cadenze stabilite, che verranno indicate dal medico, durante il terzo trimestre si faranno:
- esame delle urine (comunque) e urinocultura se in precedenza si è evidenziata la presenza significativa di batteri;
- esame del sangue: emocromo, glicemia e minicurva da carico se necessario
- toxoplasmosi se non si è risultati immuni
- HBsAg (per epatite B), anticorpi anti-HCV (per epatite C), HIV se presenti fattori di rischio
- test di Coombs indiretto in caso di incompatibilità con il gruppo del padre.
Tra le 30a e la 32a settimana si esegue la terza ecografia, per valutare liquido amniotico e placenta, controllare la crescita fetale ed evidenziare eventuali malformazioni non emerse in precedenza o segni di sofferenza fetale.
Inoltre, sono consigliati:
- misurazione della pressione arteriosa
- visita cardiologica con elettrocardiogramma (tra la 35a e la 37a settimana)
- tampone vaginale e rettale per ricerca streptococco beta-emolitico gruppo B, tra la 36a e la 37a settimana
- cardiotocografia (CTG), intorno alla 36a settimana se vi è ipercontrattilità o si sospetta sofferenza fetale o se non si sente muovere il feto, se no dalla 40a settimana
- flussimetria Doppler delle arterie ombelicali e altri distretti fetali (se il liquido amniotico è scarso, la CTG rileva anomalie o se la gravidanza è comunque a rischio)
A 36 settimane si verifica la posizione del feto: se è ancora podalico verranno fornite le informazioni sulla possibilità di effettuare le manovre esterne per farlo girare.
E per le donne con fattore Rh negativo alla prima gravidanza andrà prevista la profilassi anti-D entro le 72 dal parto (o in caso di minaccia di aborto con perdite ematiche, aborto spontaneo dopo la 13a settimana o se c’è il rischio che il sangue fetale si mescoli con quello materno).