DOMANDA
Nel settembre dell'anno scorso mi sono rotto lo scafoide della mano sinistra e ho tenuto il gesso per due mesi; però dopo il periodo del gesso non ho fatto alcun tipo di terapia e ora non riesco a fare movimenti del polso e non riesco a sforzarlo come prima. Devo andare in ospedale per fare fisioterapia?
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Elena Boccalandro, Terapista della Riabilitazione, Dottore in Osteopatia
Per frattura si intende un'interruzione di continuità strutturale dell'osso. Ne distinguiamo 3 tipi:
Composta, quando non c'è dislocazione dei frammenti, ossia le parti dell'osso fratturato non si allontanano dalla sede naturale; scomposta, quando i frammenti ossei si allontanano dalla sede naturale e richiedono, prima del gesso, una riduzione (ossia un riallineamento dei monconi ossei attraverso una trazione) o un intervento chirurgico; esposta, quando i monconi ossei si spostanotanto da ledsionare i tessuti circostanti causando talvolta gravi infezioni. Dopo una frattura, e, se necssaria, la riduzione con trazione o con intervento chirurgico, si procede con l'immobilizzazione attraverso l'ingessatura o l'applicazione di un tutore; questo rende possibile la formazione del callo osseo e conseguente ripristino funzionale dell'osso. Questo periodo in media dura tra i 30 e 40 giorni.
Alla rimozione del gesso segue un periodo più o meno lungo da affrontare con il terapista della riabilitazione che ha il compito di ripristinare la mobilità della zona lesa e subito dopo, ma non per questo meno importante, di integrare funzionalmente questa parte con il resto del corpo. Se è lo scafoide l'osso interessato, sarà premura del terapista ripristinare l'elesticità dei tessuti della mano del polso e, a seguire, la mobilità del polso abbinata a quella della mano, ma anche a quella del gomito e della spalla. La fisiokinesiterapia dovrebbe essere sempre fatta dopo un gesso e in generale dopo che una o più parti del corpo sono rimaste ferme per svariati motivi. Il programma riabilitativo prevede un'anamnesi e un esame obiettivo statico e dinamico. Lo scopo è quello di ripristinare la funzionalità della parte lesa in modo rapido per evitare i vizi posturali che, alla lunga, sopraggiungono per vicariare la scarsa funzionalità di quella parte del corpo che rimane immobile per tanto tempo.
Elena Boccalandro
Terapista della Riabilitazione, Dottore in Osteopatia
Diplomata in Terapia della Riabilitazione nell’anno 1993/94 e Dottore in Osteopatia dal 1999, è regolarmente iscritta al Registro Osteopati Italiani.
Dal 1994 lavora in qualità di libera professionista.
Ha prestato servizio presso il “Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi” dell’Ospedale Maggiore di Milano da luglio 1992 a luglio 1993. Dal 1994 fino a marzo 2002 è stata impegnata con incarico libero-professionale in qualità di fisioterapista, presso il Day-Hospital del Pio Albergo Trivulzio.
Si è classificata prima al concorso pubblico per fisioterapisti indetto il 10 marzo 2003 presso il Pio Albergo Trivulzio.
Ha partecipato all’evento formativo pluriennale (2006-2007, 2007- 2008) di “scuola di posturologia integrata” tenutosi a Roma.
Ha vinto il premio nella sessione Caregiver’s Education Award con il seguente progetto: “Analisi posturale e trattamento fasciale in pazienti affetti da artropatia emofilia: studio con gruppo di controllo”.
È stata relatrice in numerosi congressi scientifici e corsi di formazione
professionale.
Ha redatto il capitolo “Rieducazione neuromotoria di gruppo” all’interno del libro ”Parkinson” della dottoressa E.Hartmann.