È il tumore più frequente in Italia nelle donne. Ma è possibile prevenirlo o diagnosticarlo in fase precoce.
Secondo un rapporto del Ministero della Salute, si stima che nel 2018 verranno diagnosticati in Italia circa 52.800 nuovi casi di carcinomi della mammella femminile (contro i 51.000 del 2017).
Il tumore del seno è il più frequente nelle donne. Grazie, però, ai progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, di tumore del seno oggi si muore molto meno che in passato.
La maggior parte di tumori del seno colpisce donne oltre i 40 anni. Ma è possibile prevenirlo o diagnosticarlo in tempo. Ecco come.
Cambiare gli stili di vita
È ormai accertato che un'alimentazione povera di frutta e verdura e ricca di grassi animali, il vizio del fumo, dell’alcool e una vita particolarmente sedentaria sono fattori di rischio, insieme, ovviamente, al sovrappeso e all’obesità.
Seguire un’alimentazione e uno stile di vita sani è quindi la prima arma che le donne hanno a disposizione per prevenire il tumore della mammella.
L’autopalpazione
La prevenzione del tumore al seno può cominciare a partire dai 20 anni con l'autopalpazione eseguita con regolarità (una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo). È importante, poi, dai 40 anni, proseguire se possibile con controlli annuali del seno eseguiti dal ginecologo o da uno specialista senologo.
Gli esami strumentali
Dopo i 50 anni è necessario iniziare con una mammografia biennale (e con un’ecografia in caso di necessità).
Il Servizio sanitario nazionale offre gratuitamente lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni con una mammografia ogni 2 anni. In alcune Regioni se ne sta sperimentando l’efficacia in una fascia di età più ampia, compresa tra i 45 e i 74 anni.
La mammografia non è raccomandata tra i 20 e i 40 anni perché la struttura troppo densa del tessuto mammario renderebbe poco chiari i risultati. In caso di familiarità o di scoperta di noduli, è possibile approfondire l'analisi con un’ecografia o una biopsia (agoaspirato) del nodulo sospetto.
La mammografia è pericolosa?
Come tutti gli esami che utilizzano raggi X, la mammografia comporta il rischio ipotetico di provocare un tumore. Tale rischio diminuisce progressivamente a partire dai 30 anni, ma viene generalmente sconsigliata a chi cerca una gravidanza. Dai 40 anni il rischio biologico si avvicina a zero, mentre in una donna di 50 anni è irrilevante a fronte della possibilità di diagnosticare precocemente un tumore maligno.
Il test genetico
La maggior parte dei tumori al seno si manifesta senza nessun tipo di legame con la trasmissione ereditaria dei geni, ma il 5-7% risulta essere legato a fattori ereditari. È stato infatti dimostrato che chi ha una madre o una sorella con questa patologia, soprattutto se contratta in giovane età, corre un rischio maggiore di svilupparla nel corso della vita.
In particolare, sono mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 a predisporre per questo tipo di cancro (e anche per quello dell'ovaio). È possibile analizzare le sequenze di questi geni tramite un semplice prelievo di sangue dal quale verrà estratto il DNA da controllare.
Dal risultato sarà possibile sapere se le mutazioni in questione sono presenti e se sono state ereditate oppure no. Avere nel proprio DNA queste mutazioni non vuole dire che ci si ammalerà sicuramente, ma solo che il rischio di tumore della mammella ( e dell’ovaio) è più alto rispetto alle donne che non presentano “errori” nella sequenza di questi due geni. Sarà poi compito del medico individuare un piano di prevenzione individuale.