Le condizioni meteorologiche determinano semplici cambiamenti di umore, ma anche vere e proprie patologie. Ecco quali.
Esistono tre tipologie di sindromi meteoropatiche: le principali, quelle secondarie e infine le stagionali.
«Si manifestano con quadri clinici morbosi – spiega Vincenzo Condemi, del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli studi di Milano – in soggetti non necessariamente predisposti, quando si verificano particolari condizioni meteorologiche capaci di attivare quadri patologici a carico dell’organismo umano (per esempio le onde di calore oppure le onde di freddo). Nel caso delle sindromi meteoropatiche secondarie si hanno aggravamenti o riacutizzazioni di malattie croniche, infiammatorie o degenerative a carico dell’organismo umano. Le sindromi meteoropatiche stagionali si sviluppano invece nel passaggio da una stagione a un’altra, in particolare se avviene in modo repentino».
Come si manifesta la meteoropatia stagionale
«Si tratta di una patologia molto frequente – aggiunge Vincenzo Condemi – alle alte latitudini nord-emisferiche, ma anche in Italia (specie al Nord). Si chiama SAD (Affective Seasonnal Disorder) ed è una sindrome depressiva di natura esogena che colpisce strati non trascurabili di popolazione durante il periodo invernale e all'inizio della primavera».
La meteoropatia stagionale è caratterizzata da:
- un calo del tono dell'umore
- aumento di peso
- sensazione di disagio
- irritabilità
- astenia
- difficoltà al risveglio e sonnolenza
- nei casi più gravi, un quadro depressivo eclatante.
Quali sono i soggetti a rischio?
Le persone in età evolutiva (bambini o adolescenti), gli anziani e, in generale, tutti quei soggetti definiti "neurolabili" (depressi o ansiosi che evidenziano un disadattamento alle condizioni ambientali) sono considerati a rischio meteoropatia. Rientrano fra questi anche gli alcolisti, i farmaco-dipendenti, le persone sottoposte a stress intenso o chi ha subito traumi psichici o dell’apparato muscolo-scheletrico.
Come “curarsi”’?
In generale la maggiore disponibilità di luce solare (durante il periodo estivo) è un fattore di benessere. Una terapia naturale della SAD è infatti la fototerapia, la terapia della luce, già usata con successo in campo dermatologico e psichiatrico, molto diffusa nei Paesi nordici.
«Per chi, in generale, soffre di disturbi legati al clima – conclude lo specialista – è consigliata anche una costante attività fisica che favorisce il rilascio di endorfine (sostanze endogene prodotte dall’organismo umano, con una spiccata funzione analgesica) in grado di restituire il buon umore e a tempo stesso di innalzare la soglia del dolore. Le saune alternate a docce fredde in centri termali aiutano a rinforzare la resistenza alla temperatura. Tali pratiche devono essere sempre prescritte da un medico, essendo note alcune controindicazioni, specie in soggetti cardiopatici».