È durante la bella stagione che avvengono più crisi di coppia, complice la voglia di evasione e il desiderio di uscire dalla routine.
Nonostante quello che si possa pensare, gli esperti spiegano che l’abitudine a stare insieme è un valore positivo ed è conseguenza di un’identità comune costruita ogni giorno insieme al partner. L’infedeltà, invece, nasconde sempre un segnale di disagio.
Ma perché si tradisce più d’estate? Lo spiega Francesco Padrini, psico-sessuologo: «D’estate la persona si libera dalle tensioni principali del mondo lavorativo e della routine e quindi si creano elementi “predisponenti” che permettono l’accadere di fatti come il tradimento».
«Molti pensano che in estate si possa realizzare ciò che non si riesce a fare durante l’anno – aggiunge Padrini. Si ha voglia di libertà, non tanto di trasgressione, quanto di rilassamento. C’è una duplice componente oggettiva in tutto questo, sia fisica sia emotiva: la persona si apre a uscire maggiormente, ad avere più tempo libero e poi alla base, ci sono situazioni di insoddisfazione».
«Se la relazione di coppia è monotona, si cercano altre soddisfazioni e ciò può favorire il tradimento, la ricerca di emozioni non più trovate nel partner. Il movente del tradimento è sempre la ricerca di ciò che manca: complicità, sostegno affettivo, ma quando si tradisce spesso non si ha intenzione di affrontare un vero distacco, che sarebbe troppo problematico e doloroso».
Un equilibrio nel disequilibrio
Chi tradisce sceglie, perciò, un compromesso tra il fuggire dalla noia e il bisogno che ha ancora dell’amore del partner. «Di fatto trova un equilibrio nel disequilibrio» afferma Padrini.
L’infedeltà è un segnale di disagio all’interno della coppia: dalla delusione delle aspettative, alla repressione dei propri desideri, fino al risentimento che si accumula e rimane inespresso. Si tradisce per evasione, rappresaglia o per ricerca di confronto e compensazione.
Ed ecco perciò che quando ci si sente più aperti, in situazioni come le vacanze estive, si colgono più facilmente tutti gli input che la realtà ci pone davanti. «Si diventa più ricettivi nel proprio aspetto sensoriale», spiega Padrini.
Ma allora perché questa apertura non avviene con il proprio partner e si cerca in altri? «Di base – ribadisce lo psico-sessuologo – ci deve essere una latenza, una voglia di cambiare e un’insoddisfazione relazionale. Non necessariamente si cerca la trasgressione vera e propria, ma più forse un tentativo di evasione. Le situazioni di tradimento, specie in estate, fanno più parte di una fantasia che di una realtà, di una componente fantasmatica. Lo dimostra il fatto che la maggior parte di queste relazioni, soprattutto se nascono in persone già impegnate, poi tendono a diradarsi per finire nel dimenticatoio e svanire, al rientro dalle ferie». E questo succede in varie fasce d’età.
Come affrontare i tradimenti?
«Il vero problema non è il tradimento in sé, ma la mancanza di comunione tra due partner che ne anticipa il terreno» spiega Padrini, che aggiunge: «Le crisi vanno vissute e non evitate, mantenendo sempre aperti i canali di comunicazione, affrontando i conflitti. Qualche volta si può reagire con la rottura oppure si può trovare nel tradimento un elemento per rinnovarsi e affrontare i problemi irrisolti».
Ma per chi ha tradito, meglio rivelare l’accaduto o no alla propria compagna? «Non esiste una regola valida per tutti – conclude lo psicologo. A volte la sincerità premia, altre volte distrugge del tutto la coppia. Sta alla libertà della persona scegliere, ricordandosi sempre di non ferire inutilmente l’altro».