Per azzeccare (o evitare) i giorni fertili, ideali alla procreazione, bisogna saper riconoscere i segnali che l’organismo invia.
Ci sono coppie che non vedono l’ora di allargare la famiglia, altre che preferiscono invece rimandare l’arrivo di un bebè. In entrambi i casi, alla base della buona riuscita dell’impresa, c’è la capacità di individuare il momento giusto per fare, o non fare, l’amore, cioè il periodo fertile.
Ogni mese il corpo femminile rilascia un ovulo pronto per essere fecondato: in una donna con un ciclo regolare di 28 giorni l’ovulazione avviene 14 giorni prima dell’arrivo delle mestruazioni, ma non tutte hanno lo stesso ritmo.
Come riconoscere allora il proprio picco di fertilità? Oltre ai prodotti acquistabili in farmacia (test di ovulazione), ci si può affidare ad alcune tecniche predittive basate sull’osservazione del proprio corpo.
Temperatura basale
Un sistema impegnativo, che consiste nel misurare con un termometro la temperatura vaginale o rettale ogni mattina, alla stessa ora. In fase di ovulazione, infatti, la temperatura interna aumenta di circa tre decimi di grado a causa dell’innalzamento del livello di progesterone.
È necessario tenere un diario per almeno un paio di mesi prima di avere una certa sicurezza sul comportamento del proprio corpo. È preferibile iniziare dal primo giorno successivo la fine del ciclo mestruale.
Modifiche del muco cervicale
La quantità e la consistenza del muco cervicale cambiano a seconda del periodo del mese. Assente o poco copioso dopo le mestruazioni, diventa più abbondante, fluido e vischioso durante la fase ovulatoria per consentire agli spermatozoi una più facile risalita verso l’ovulo. Per verificarne l’effettiva maggiore quantità è però necessario un controllo manuale, per esempio prima di procedere con l’igiene intima.
Attenzione però, perché alcuni farmaci, per esempio gli antistaminici, possono inibire la produzione di muco cervicale.
Altri segnali dell’organismo
L’aumento del volume del seno durante il periodo dell’ovulazione è un fenomeno piuttosto frequente, ma non comune a tutte le donne.
Da tenere in considerazione è anche un altro tipo di tensione, quella sessuale: la biologia e l’istinto di riproduzione, infatti, programmerebbero il desiderio sessuale femminile in concomitanza con il periodo ovulatorio, in modo da aumentare le probabilità di iniziare una gravidanza.
Quanti sono i giorni fertili
Ma quanto dura la fase favorevole al concepimento? L’ovulo che si è annidato nell’utero in attesa di essere fecondato ha una ricettività di circa 24 ore. In realtà, il periodo in cui è possibile rimanere incinta è maggiore, in quanto la vitalità degli spermatozoi può arrivare fino a 96 ore: insomma, una gravidanza è molto probabile se si hanno rapporti sessuali non protetti a partire dal giorno precedente l’ovulazione, dopo di che sarà compito del seme maschile riuscire ad arrivare a fecondare l’ovulo in tempo.