I trattamenti della vaginosi batterica

Non si tratta di una vera infezione, ma di un’alterazione nella composizione della microflora vaginale; ecco perché è necessario un trattamento per ripristinare il giusto equilibrio.

In condizioni fisiologiche la mucosa della vagina è colonizzata da un gran numero di ceppi batterici; durante l’età fertile gli estrogeni prodotti dall’ovaio stimolano la sintesi di glicogeno, che a sua volta consente la proliferazione di batteri “amici”, i lattobacilli.

Questi microrganismi trasformano il glicogeno in acido lattico, mantenendo il giusto valore di pH (tra 4 e 4,5).

In questo modo si crea un habitat adatto alla crescita dei batteri “amici”, ma sfavorevole alla proliferazione di batteri patogeni, innocui solo se mantenuti a basse concentrazioni.

Fattori interni o esterni all’organismo possono però alterare questo equilibrio, dando vita ai fastidiosi sintomi tipici delle vaginosi.

Terapia antibiotica, efficace ma…

I diversi ceppi batterici che colonizzano la mucosa vaginale sono gli stessi sia in condizioni fisiologiche, sia nel caso di una vaginosi; ciò che cambia è la proporzione fra batteri “amici” (i lattobacilli) e batteri patogeni. In particolare, a causare la vaginosi è una proliferazione eccessiva dei generi Gardnerella vaginalis, Prevotella spp., Bacteroides spp., Mobiluncus spp. e Mycoplasma spp.

Per ridurne la concentrazione a valori che li rendano inoffensivi, l’approccio ormai consolidato è basato sulla somministrazione di antibiotici: solitamente vengono prescritti derivati imidazolici per via orale, per una settimana. In alternativa, è possibile utilizzare gli stessi antibiotici ma sotto forma di gel, da applicare localmente una volta al giorno, per 5 giorni.

In caso di assunzione di antibiotici è importante non assumere alcolici per tutta la durata del trattamento, e per almeno un giorno dopo la sospensione.

Un’altra opzione terapeutica sono antibiotici della classe dei lincosamidi, di solito prescritti alle donne intolleranti agli imidazolici.

Lo scopo delle terapie antibiotiche è appunto quello di ridurre la quota di batteri anaerobi e ottenere una rapida remissione della vaginosi.

Allo stesso tempo, però, gli antibiotici causano uno stress anche per i lattobacilli, che faticano a ripopolare la mucosa vaginale e a ristabilire il giusto valore di pH, aumentando così il rischio di andare incontro a recidive, frequenti soprattutto nei 3 mesi successivi al primo episodio di vaginosi.

Come ripristinare il giusto equilibrio

Per ottenere una guarigione completa dalle vaginosi è essenziale promuovere la ricolonizzazione della mucosa vaginale da parte dei lattobacilli e il conseguente ripristino del pH fisiologico.

Esistono rimedi a base di prebiotici, come il glicogeno, che forniscono un substrato nutritivo che favorisce la proliferazione dei lattobacilli e stimola la produzione di acido lattico.

Quest’ultimo, l’acido lattico, permette un immediato abbassamento del pH, che a sua volta crea l’habitat ideale per i lattobacilli, sfavorendo invece la crescita degli anaerobi.

Fornire queste sostanze alla microflora della mucosa vaginale è tanto importante, quanto semplice: in farmacia è possibile trovare prodotti che li contengono entrambi.

Lisa Trisciuoglio
Lisa Trisciuoglio
Milanese di nascita, cresce alle porte della metropoli, dove ritorna per frequentare la Facoltà di Scienze biologiche all’Università statale di Milano. Fin dalla tesi di laurea decide di dedicarsi alla ricerca scientifica, prima all’Istituto europeo di oncologia, poi in un laboratorio del Dibit, all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove consegue un PhD in biologia cellulare e molecolare. In quegli anni, accanto alla passione per la ricerca, matura anche l’interesse per la divulgazione scientifica. Al termine del PhD, decide infatti lasciare il camice e le provette per entrare nel mondo dell’editoria medico-scientifica. Durante lo svolgimento del Master in “Comunicazione e salute: dall’informazione alla formazione”, presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Milano, fa la sua prima esperienza in un’agenzia di comunicazione scientifica, e da quel momento intraprende diverse collaborazioni nell’ambito della medicina e della salute, sia verso il grande pubblico sia nei confronti del medico e del farmacista. Nel frattempo, inizia anche la sua avventura di mamma, prima di Anna e dopo qualche anno del piccolo Giacomo. Da quel momento in poi la sua vita si divide fra la famiglia e il lavoro, che continua a svolgere come freelance per diverse agenzie di comunicazione ed editoria scientifica.

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita